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La tormenta

Giustizia e Vendetta sono molto diverse.

A volte, molto molto raramente, i loro intenti coincidono.

Sono poche le persone come il sottoscritto che possono raccontare uno di questi inconsueti momenti, dove il fato sembra più sadico che ironico. Sono pochi perchè pochi sopravvivono, e chi lo fa non sempre e nelle condizioni di poter raccontare quello che è successo.

Ma, destino volle, io mi trovavo in mezzo alla giustizia e alla vendetta non come causa, colpevole di qualcosa, bensì come colui che reclamava la giusta punizione per degli uomini che avevano osato troppo, oltre ogni limite, sotto alla luce del sole.

Alcune cose, alcune, come dire…mortificazioni, non le creiamo noi: ne siamo spettatori. Passivi, casuali, ignavi esseri umani che assistono alle esternazioni di altri esseri umani che vanno contro la decenza, il pubblico decoro, il rispetto della dignità. Dignità. Una parola ambigua, ambivalente, usata con accezioni diverse, puttana di concetti e idee mutevoli come le ombre delle nuvole.

Piove oggi, e non potrebbe essere altrimenti.

Perchè in questo giorno io ho chiesto e ottenuto la giustizia e la vendetta.

Vendetta ha un viso consumato, gli zigomi pronunciati, gli occhi molto scuri e molto profondi. Ha una fossetta sulla guancia destra quando sorride. Sorride con un sorriso beffardo, simpatico, inarrivabile.

Giustizia ha un viso immacolato, perfetto, dai lineamenti delicati e dallo sguardo altero. Immensa la sua saggezza ma ancora più immensa è la sua anima spietata. Quella nascosta, quella raccontata meno nelle storie, dai giullari di corte che scrivono nei giornali, quella di cui parlavano i poemi del passato, dimenticati.

Giustizia e Vendetta mi hanno fatto una proposta: mi avrebbero ascoltato. Successivamente, se quello che avevo da dire li avesse convinti, mi avrebbero dato quello che io avevo chiesto, se avessero trovato insulse le mie parole, tronfie di presunzione o prive di contenuto, mi avrebbero ucciso.

Un patto troppo duro da stringere, direte voi. E avete ragione. Avete ragione perchè non conoscete quello a cui è disposto un animo inquieto, alla ricerca del senso, sì, ma più profondo di quello che si vede in superficie. Non conoscete il valore di essere uomini, sopra le azioni, sopra il bene ed il male, sopra l’essenza umana stessa.

Ho accettato il patto, e ho ottenuto quello che stavo cercando.

Perchè Giustizia e Vittoria, in rari, rarissimi casi, hanno lo stesso fine.

State attenti a restare in silenzio quando voi e solo voi potete pronunciare parole che avrebbero cambiato le sorti del debole.

State attenti la sera, prima di addormentarvi, quando arrivano i dubbi a tormentarvi per quello che avete permesso, quello che in silenzio avete lasciato accadere.

State attenti quando giunge alla vostra finestra l’araldo che esige il conto, per tutte le volte che siete tornati a sorridere al carnefice dopo che, lo sapevate, aveva affondato le sue luride mani su cose troppo sacre, troppo.

State attenti, miseri, perchè sarete giustiziati da Vendetta e Giustizia insieme agli assassini, ma per primi: perchè vostra non è la colpa del male, ma la colpa dell’indifferenza.

L’unica più grave del male stesso.